Caro Grande Fratello, ti consiglio un corso accelerato di Internet

Qui è quando pubblico un post che non avrei mai sognato di scrivere.


Caro Grande Fratello,

da 14 anni ci propo(i)ni un modello televisivo che è stato a suo tempo rivoluzionario (nella sua prima edizione del 2000) ma che poi si è lasciato andare a derive che non segnavano più il passo, ma lo seguivano.

E così sono stati i succedanei a influenzarti, ti sei fatto mettere sotto dai fratellini che dalle tue fortune sono sgorgati nei mille rivoli della televisione. Ti sei affidato prima a perfetti sconosciuti, ergendoti a supremo giudice delle loro vite, scegliendo arbitrariamente chi fosse degno di entrare a far parte dello showbiz e chi far ricadere nell'oblio, ingoiato dalle decine di mani adoranti dei fan e degli amici assiepati oltre la tua porticina rossa.

Ci hai regalato momenti memorabili, ma al momento non me ne viene in mente nessuno...

Ci hai fatto scoprire l'esistenza di parole e locuzioni fino ad allora sconosciute come "day time", "eliminazione", "nomination", "sigaretti", "omino del cervello". Alcune di queste resistono ancora oggi nel nostro vocabolario. Altre sono nascoste solo nei meandri del web.

A proposito di web. Al contrario di quanto ci si potesse aspettare da te e dal tuo potere innovativo, non sei mai stato un grande amico di Internet. Hai avuto successo (almeno in Italia), subito dopo la bolla speculativa delle dot-com, ma non ha mai saputo cogliere le opportunità dei social.

Forse per questo hai chiesto aiuto ad alcuni blogger e influencer della Rete in vista del tuo ritorno in tv. Ma hai sbagliato l'approccio.

Avresti potuto chiedere - è tutto lecito ed è un lavoro portato avanti molto intelligentemente, per esempio, da Sky - il supporto di alcuni influencer (quelli che i giornalisti chiamano, forse con snobismo "TwitStar") per creare buzz intorno a te prima, durante e dopo la messa in onda.

Avresti potuto organizzare uno storytelling ad hoc, parallelo e complementare al programma. Lo fa anche il Festival di Sanremo...

E invece no. Hai deciso di chiamare a far parte del cast alcuni blogger. Lo dice il Corriere. Ma perchè? Cosa avresti voluto ottenere? Lo sai che intorno a te butta cattiva aria. Lo sai che è più divertente criticarti che amarti. Lo sai che i tuoi fan sono come gli elettori di Berlusconi: tutti lo votano (hanno votato) ma nessuno lo ammette.

E poi, tecnicamente, speravi di ottenere qualche telespettatore in più? Ma lo sai che il tanto amato-odiato "Popolo della Rete" non guarda la tv, ma la segue su Twitter? Pensavi di portare davanti allo schermo i follower di Silvia Vianello, Emanuela Zaccone, Fabio Lalli e Domitilla Ferrari? Ma lo sai che follower non significa fan? Lo sai che i follower non sono "proprietà" di chi è seguito e che gli influencer in Rete (quelli veri) non sono i VIP dell'ultima ora che usano Twitter per promuovere canzoni, film, programmi televisivi / sproloquiare / litigare / fotografarsi?

In rete l'appartenenza è moooolto liquida. Non ci sono Sorcini o VascoRossiani o Ligabuani. I follower degli eventuali blogger concorrenti del tuo programma non ti guarderanno, ma aspetteranno l'uscita dei loro (da te presunti) beniamini per chiedere "Allora? E' tutto vero? Vi suggerivano i testi? Potevate usare l'iPhone?".

E voi, cari blogger, avete fatto bene a rifiutare. Non ne avreste guadagnato nulla. Per i telespettatori sareste diventati "i concorrenti del GF13", per i vostri follower vi sareste trasformati nel peggior demonio e per la Marcuzzi e gli autori del programma sareste stati taggati come "blogger", ma nella peggiore delle accezioni possibili.

Tutto questo per dirti che, caro Grande Fratello, forse faresti bene a lasciare la Rete fuori dalla tv e "servirtene" in altro modo. Ma la fine del Movimento 5 Stelle non ti ha insegnato nulla?

La Rete avvolge solo dal di fuori. Dal di dentro rischia di avvilupparsi in un pallottola piccola piccola...

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